lunedì 7 novembre 2011

Ragnatele* e peccati

Confessione: adoro Manzoni. E Pirandello. E Jane Austen. E poi ogni tanto mi metto a leggere Sophie Kinsella & co.

Se non avete già chiuso il post, possiamo cominciare a rifletterci. Ci pensavo qualche mese fa, mentre leggevo questo libro - splendido peraltro, a parte l'assunto centrale. E ci ripensavo stamattina, mentre fissavo intensa la libreria e paventavo l'imminente inscatolamento: certi libri sono veramente inconfessabili, pena il bando dalla conversazione. E non se ne capisce il motivo: sarà che sono, come si dice al Nord, "una bastian contraria", ma le stimmate letterarie non le ho proprio mai capite.

Credo fermamente che ogni libro, anche il più apparentemente insulso o pesante, abbia un suo perché. Per me, per quel momento, per quella domanda che sto facendo alla vita. Voglio dire: ci arrivo da sola, che la prosa di Verga è più ricca di quella di Dan Brown. O che le riflessioni sulla vita di Foscolo possano essere, in media, un tantino più formative di quelle di Federico Moccia. Ma, amico mio, se ho fatto dieci ore al lavoro e mi aspetta un'ora di treno, Il diario di Bridget Jones è esattamente quello che ci vuole.

E per contro, amico mio n°2: non continuare a chiedermi "cosa caspita ci trovo" in Gozzano o nei Promessi Sposi. Prova a leggerli - e poi ne riparliamo. O a leggere qualunque altro "grande" della letteratura, che snobbi dai tempi della scuola solo perché è di moda snobbarli. Magari deciderai che Dracula è molto più vampiresco di Bella & Edward - e, fidati, anche molto più elegantemente erotico. O magari no, non sta a me dirlo. Ma tu provaci.

Più passano gli anni e le letture, più mi convinco che nessuno abbia il diritto di dire chi, cosa, quanto e quando bisogna leggere. Fra ogni libro e ogni suo lettore c'è una storia, assolutamente privata e molto più intima di tanti rapporti di coppia. Possiamo consigliare un'amica in amore, ma potremmo mai sancire per lei, al posto della sua capacità di scelta, chi è l'uomo che deve sposare? Appunto.

* le ragnatele sono, ovviamente, quelle che tolgo con questo post a due mesi esatti dall'ultimo. Con tante scuse ai miei... quattro? lettori :-)

2 commenti:

  1. Sono arrivata per caso a questo blog, perché ho letto il tuo profilo e mi è piaciuto. Anche a me piace leggere e scrivere. Sono d’accordo che lo stesso libro è diverso per chi lo legge: ognuno lo vede con i propri occhi, il proprio vissuto, lo stato d’animo del momento Buona lettura a tutti. Sabrina

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  2. Grazie Sabrina!

    Preciso su quanto scritto sopra: qualcuno, a voce, mi ha fatto notare che ultimamente il fatto stesso di amare la lettura è l'equivalente sociale della fantozziana crocifissione in sala mense. E ciò, parafrasando Guareschi, non è né bello né istruttivo.

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